Da Ponte parla su Figaro…(1)

Folgende Notizen sind von der Memoire von Lorenzo da Ponte herausgenommen. Das sind sehr behilflich , wenn man die Hintergruende der Oper einbissl wissen will. (Lorenzo Da Ponte Memorie – I Libretti mozartiani pagina 104 Garzanti Editore s.p.a., 1976, 1981)

Dopo dunque la buona riuscita del Burbero, andai dal sudetto Mozzart e, narrategli le cose accadutemi si con Casti e Rosemberg che col sovrano, gli domandai se gli piacerebbe di porre in musica un dramma da me scritto per lui.” Lo farei vorentierissimo,” rispos’egli immediatamente, ” ma son sicuro che non ne avro la permissone.” ” Questo, ” soggiunsi, ” sara mia cura. ” Cominciai dunque a riflettere sulla scelta di due soggetti, che potessero piu convenire a due compositori di sommo genio, ma quasi diametricalmente opposti nel genere della loro composizione. Mentre io era immerso in tale pensiero, ricevei ordine da’ direttori teatrali di scrivere un dramma per Gazzaniga, compositore di qualche merito, ma d’uno stile non piu moderno. Per isbrigarmi presto scelsi una commedia francese, intitloata L’ aveugle clairvoyant, e ne schiccherai un dramma in pochi giorni, che piacque poco, tanto per le parole che per la musica. Una passioncella per una donna di cinquant’anni, che distrubava la mente di quel brav’uomo, gl’impedi di finire l’opera al tempo fissatogli. Ho dovuto percio incastrare in un second’atto de’ pezzi fatti vent’anni prima; prender varie scene d’altr’opere, tanto sue che d’altri maestri; infine fare un pasticcio, un guazzabuglio, che non avea ne capo ne piedi, che si rappresento tre volte e poi si mise a dormire.
Questa caduta pero non fece gran torto al mio credito; ond’io mi misi serenamente a pensar a’ drammi, che doveva fare pe’ miei due cari amici Mozzart e Martini. Quanto al primo, io concepii facilmente che la immensita del suo genio domandava un soggetto esteso, multiforme, sublime. Conversando un giorno con lui su questa materia, mi chiese se potrei facilmente ridurre a dramma la commedia di Beaumarchais, intitolata Le nozze di Figaro. mi piacque assai la proposizione e gliela promisi. Ma v’era una difficolta grandissima da superare. Vietato aveva pochi di prima l’mperadore(Da Ponte scrisse qua imperaDore!!! Per fare ai cari lettori una attenzione, che Il nostro carissimo Lorenzo scrisse ognivolta Mozzart…) alla compagnia del teatro tedesco di rappresentare quella commedia, che scritta era, diceva egli, troppo liberamente per un costumato uditorio: or come proporgliela per un dramma? Il baron Vetzlar offriva con bella generosita di darmi un prezzo assai ragionevole per le parole, e far poi rappresentare quell’ opera a Londra od in Francia, se non si poteva a Vienna; ma io rifiutai le sue offerte e proposi di scriverle parole e la musica secretamente, e d’aspettar un ‘opportunita favorevole da esibirla a ‘ direttori teatrali o all’ imperadore, del che corraggiosamente osai incaricarmi. Martini fu il solo che seppe da me il bell’arcaino, ed egli assai liberamente, per la stima ch’avea di Mozzart, consenti che io ritardassi a scriver per lui, finche avessi terminato il dramma di Figaro.

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